Dopo la conquista spagnola, le campagne di “estirpazione dell’idolatria” cercarono di eliminare le antiche forme di culto e ogni credenza religiosa precolombiana. Queste col tempo si furono combinando con nuove nozioni religiose venute dall’Europa, anche se spesso sotto le nuove forme si continuarono trasmettendo significati autoctoni. Questo processo è conosciuto come Sincretismo.
Durante il periodo coloniale gli artisti andini reinterpretarono la cultura proveniente dalla Spagna. Assimilarono tecniche europee, adattandole a risorse e pratiche indigene. I temi artistici introdotti dagli europei si combinarono con temi ancestrali. Sotto un’apparenza cristiana, si continuarono plasmando miti e riti andini.
Ancora oggi è possibile cogliere nella cultura peruviana espressioni sincretiche, e particularmente nelle feste popolari e nelle celebrazioni religiose.
L’arte fu lo strumento visuale per l’esercizio del dominio ideologico e la trasmissione dei principali messaggi religiosi. Così gli antichi ingegneri e costruttori delle piramidi terrazzate passarono a edificare chiese e i maestri ceramisti di un tempo cominciarono a scolpire il legno per fare immagini cattoliche. I pittori seguirono tecniche propie delle scuole europee nell’elaborazione di tele di tematica cristiana.
Le tele dipinte furono il mezzo più importante per la catechizzazione e in esse possiamo cogliere come si plasmarono queste credenze sincretiche. Le principali divinità andine furono sostituite dalla Santissima Trinità, e gli dèi minori, dai santi. La Vergine, dagli indigeni identificata con la Pachamama, assunse la forma di un Apu, ossia della montagna, la tradizionale divinità tutelare delle comunità andine, che nell’antichità era considerata una huaca, o luogo sacro. Gli Arcangeli Archibugieri furono incorporati facilmente nelle immagini sacre pittoriche e scultoriche, dato che erano comparabili agli uccelli guerrieri, antiche divinità andine.
Parallelamente al sincretismo religioso e artistico, esistette anche uno politico. I discendenti degli Incas furono riconosciuti come nobili dai re spagnoli a cambio della loro fedeltà. La Capac Cuna, o elenco ufficiale degli antichi governanti inca, venne recuperata e adottata come un antecedente del nuovo governo spagnolo nei territori conquistati.