Nell’arte dell’antico Perù si può osservare che i guerrieri impegnati in combattimenti indossano vestiti e gioielli in metalli preziosi. Questo indica che le guerre dovevano avere una natura essenzialmente cerimoniale.
Oggigiorno le guerre sono motivate da interessi politici, territoriali ed economici. Nessuno va alla guerra indossando vestiti d’oro e d’argento, con gioielli o corone. Lo scopo dell’abbigliamento guerriero è di proteggere e rendere meno vulnerabili i combattenti.
Invece, le culture precolombiane rappresentavano i guerrieri pronti per la la guerra ed in azione con vestiti ed ornamenti lussuosi, alcuni dei quali ben poco funzionali per un’attività che richiede movimento, velocità ed efficienza nell’attacco. Questi ornamenti erano usati come simboli religiosi e di prestigio, rivelando la funzione cerimoniale dei combattimenti.
Le cerimonie più importanti nelle società precolombiane hanno a che fare col calendario agricolo. Vi sono cerimonie che marcano il cambio di stagione, propiziando l’inizio e la fine delle piogge; altre che hanno come obiettivo quello di favorire la crescita delle piante, o celebrare il sorgere degli astri nel cielo. La misurazione del tempo e il contatto tra i mondi – quello di sopra dove abitano gli astri, e quello di sotto che riceve la pioggia e dove crescono le piante – sono essenziali in una società agricola.
I guerrieri combattono come gli dèi nelle narrazioni mitologiche. Alcuni di questi dèi combattono sulla terra e sul mare; lottano per vincere la notte e ristabilire il giorno, e combattono per connettere il mondo di sopra con quello di sotto attraverso la pioggia. Questi combattimenti culminano in sacrifici di sangue a qualcuno degli dèi più importanti. Si da il dono supremo a cambio di vita futura per la società.
In un territorio come l’andino, i cicli della natura non sempre seguono fasi regolari. La forza della terra poteva manifestarsi in avvenimenti straordinari come i terremoti. Le piogge potevano non arrivare o, al contrario, durare molto più a lungo del dovuto a causa del Fenomeno de “El Niño”. Per questo, i combattimenti rituali e i sacrifici destinati a restaurare un ordine perduto si realizzavano con certa periodicità.
Nell’antico Perù, le principali cerimonie furono sempre accompagnate da musica e danza. Queste manifestazioni artistiche creavano le condizioni appropriate per l’esperienza rituale.
Oggigiorno la musica forma parte delle nostre feste o riunioni sociali e familiari e delle celebrazioni religiose. La musica è uno stimolo della percezione e ci pone in uno stato apto per l’esperienza spirituale. Ci permette di manifestare emozioni, sentimenti, desideri e pensieri personali e comunitari. In tutte le culture ha sempre rappresentato un mezzo per connettere l’umanità con il mondo immateriale.
La danza è un’altra forma di comunicazione non verbale che precede la stessa cultura, giacché molti animali danzano. Gli esseri umani, da tempi immemorabili, creano coreografie con il movimento dei loro corpi. Con la danza si narrano storie e si manifesta allegria, tristezza, invocazioni o ringraziamenti.
Nelle società andine, la musica e la danza sono state presenti da sempre. Le cerimonie di culto delle acque, le processioni e i pellegrinaggi ai siti sacri, la preparazione per i combattimenti rituali, le sepolture e i sacrifici, erano accompagnati da musica e danze.
Le culture dell’antico Perù crearono strumenti a percussione e a fiato con i diversi materiali offerti loro dalla natura. Nelle rappresentazioni artistiche, le scene di cerimonie appaiono chiaramente accompagnate da musica. Tamburi, sonagli, fischietti, flauti (quenas), flauti di pan (antaras) e trombe erano suonati e producevano ritmi e melodie che erano condivisi nei rituali. Si utilizzarono pure oggetti sonori, come i vasi fischietto di ceramica che producevano suoni col movimento dell’aria o dell’acqua.
L’abbigliamento cerimoniale era costituito da ornamenti che nella maggior parte dei casi producevano suoni, dovuti al contatto tra elementi metallici o a differenti tipi di sonagli che pendevano da essi. In questo modo i vestiti e gli ornamenti trasformavano chi li usava in esseri soprannaturali e li ponevano in contatto col mondo divino.